Un sabato particolare quello passato ieri: è venuto a trovarci alla sede del Gruppo Fotografico Fabio Bencini, un amico e fotografo di Poggibonsi che scatta prevalentemente in analogico con una Rollei 6×6 e con un banco ottico Linhof Technika 10×12.
Obiettivo della giornata era di fare un breve excursus sulla fotografia analogica e poi scattare qualche foto con la Rollei, ma gli argomenti trattati sono stati così interessanti e coinvolgenti che il tempo è letteralmente volato.
Fabio chi ha completamente stregato illustrandoci la filosofia di scattare in analogico, non come contrapposizione al digitale ma come un binario diverso della stessa rotaia che ha come traguardo la propria fotografia. La ricerca appunto della fotografia personale trova la sua massima espressione proprio nelle difficoltà che l’analogico ci pone davanti, difficoltà che paradossalmente ne rappresentano anche il fascino intrinseco.
Una fotografia lenta, pesata e pensata, analizzando decine di fattori che ne determineranno il risultato finale: non solo tempo, diaframma e composizione, ma anche il tipo di pellicola, il tipo di macchina da usare (35 mm, 6×6, a lastra), gli ISO, la lunghezza focale dell’obiettivo, l’eventuale basculaggio della macchina stessa e tanti altri.
Tutto questo per arrivare ad un supporto, il negativo, che a sua volta, come uno spartito che può essere suonato in base alla propria personale interpretazione, porrà di fronte al fotografo decine di scelte espressive scegliendo la tecnica per svilupparlo, e successivamente come stamparlo vagliando il tipo ed il formato di carta più adatto, intervenendo con maschere per schermare zone maggiormente esposte, usando filtri fino ad arrivare finalmente alla sintesi di tutto questo cammino espressivo che parte scomponendo l’oggetto nelle sue parti costituenti, per poi ricomporre il tutto in una sinfonia di variazioni di luce.
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